San Gabriele dell’Addolorata (al secolo Francesco Possenti), nato ad Assisi il 1 marzo del 1838, cresce a Spoleto dove vive fino all’età di 18 anni. Entrato tra i passionisti nel 1856 è incamminato verso il sacerdozio quando, nel ritiro di Isola del Gran Sasso (TE) viene stroncato dalla tubercolosi. Ma cosa accade nel mezzo?
Francesco, all’età di 4 anni ha perduto la mamma, ed all’età di 17 perde la sorella Maria Luisa, che ne aveva assunto il ruolo. Da quel momento, alla ricerca serrata di un affetto che non l’abbandoni, si lega indissolubilmente alla Madre di Gesù. Sarà lei tutto il suo sprone e lo stimolo per il suo progresso spirituale. Spesso lo si trova impegnato anche in attività che non lo entusiasmano, e dalle quali, tuttavia, non si sottrae perché spinto dal desiderio di compiacere Maria.
Ardente quindi la sua pietà mariana che aveva nutrita con gli scritti di sant’Alfonso Maria de’ Liguori (1696-1787) e san Luigi Grignon da Montfort (1673-1716), il ritrovamento del “Trattato della vera devozione a Maria” risale appena al 1842, Gabriele scrisse di suo pugno un “Simbolo Mariano”.
Ora, il simbolo era anticamente una sorta di documento di identità: quando persone legate fra loro dovevano partire, se necessario, spezzavano in due parti un oggetto (un’immagine, un anello, un dado, l’impronta di un sigillo, etc.) e ne prendeva una ciascuno. In qualsiasi momento, esibendo la loro parte del “simbolo”, potevano riconoscersi o riconoscere gli inviati dell’altro semplicemente ricomponendo l’oggetto nella sua forma originaria.
In ambito cristiano il simbolo assunse la formula del Credo. Ora, il simbolo mariano di San Gabriele non è che una sorta di “credo” del giovane santo. Non è ufficiale per la Chiesa, ma ne ripercorre alcune delle verità fondamentali e snocciola sotto i nostri occhi la sua devozione alla ‘Mamma Celeste’.
Il testo di questo “simbolo”, articolato in 49 affermazioni e quindi presentato lungo le varie schede di questo articolo, il santo lo portava appeso al collo come fosse uno scapolare, e doveva avere nel suo intento, una funzione del tutto particolare a quella di una carta di identità: doveva dire non solo la sua devozione, ma il suo essere figlio di Maria per volontà di Cristo Crocifisso.