LA MESSA A CASALE

15 novembre 2020 Domenica.

In questa data causa emergenza sanitaria, l’Emilia Romagna passa da zona gialla a zona arancione, quindi non si può passare da un Comune ad un’ altro se non con l’autocertificazione.
Stampo quindi il modulo e cerco la giustificazione da barrare, ma trovo solo giustificazioni per il corpo e niente per lo spirito. 

Ma come, è domenica, il giorno del Signore!

I giorni feriali non ho tempo per la Messa quotidiana, e la Messa festiva mi è indispensabile! Diverse incertezze temendo di incorrere in noie burocratiche, poi la decisione: vado a Messa nella mia parrocchia e non a Casale.

Quando arrivo vedo tanti giovani volontari muniti di una casacca gialla con “servizio ecclesiale” stampato a chiare lettere. Prima di entrare provano con il laser la temperatura, poi controllano che disinfetti le mani, guardano che la mascherina sia ben posizionata, poi ti indicano dove sederti.

Senza dubbio un servizio impeccabile!

Ma una volta entrata cerco l’acqua santa per il segno di croce, ma non trovo nulla! Mi sembra di essere in un ambulatorio e non in chiesa! Una volta al posto, essendo la giornata dedicata ai poveri voluta da Papa Francesco, ci viene consegnato un volantino di quattro pagine da portare a casa e leggere.

Bello, senza dubbio!

Inizia la Messa; letture, vangelo, omelia. Omelia accorata, quasi commovente! Riesco finalmente ad avere un momento di raccoglimento durante la Consacrazione e pensare a Gesù, perché il servizio d’ordine si è fermato e non gira più. Vivo l’Eucarestia con l’ansia di sbagliare qualche cosa, ma con bramosia, con desiderio ardente quasi a riscaldare quel clima freddo e disinfettato.

Finita la Messa mi appresto ad uscire (sempre sotto l’occhio vigile del servizio d’ordine) e fuori sono avvicinata da una signora che vedo spesso a Casale la quale mi confida di essere lì perché non sapeva come comportarsi.

Certo, la Messa è Messa, ma non so, a Casale è un’altra Messa!