Simbolo Mariano di san Gabriele

 

31.Credo che Iddio vi abbia dotata in sommo grado di tutte le grazie e doni generali e particolari conferiti a tutte le creature, e credo al Signore che rivelò a S. Brigida che la vostra bellezza superò la bellezza di tutti gli uomini e degli angeli. Credo che la vostra bellezza fugava i moti impuri e ingeriva purità.

32.Credo che foste bambina ma di essa aveste solo l’innocenza e non già il difetto d’incapacità. Foste vergine prima, nell’atto e dopo il parto; senza la sterilità foste madre, ma vergine. Nella vita attiva operavate, ma senza che l’operare vi distogliesse dall’unione con Dio; nella contemplativa stavate raccolta in Dio ma senza negligenza alcuna dei vostri doveri.

33.A voi toccò la morte, ma senza le sue angustie e senza la corruzione del corpo.

34.Credo con S. Alberto Magno che foste la prima che, senza consiglio e senza esempio di altri, offriste a Dio la vostra verginità; e poi gli donaste tutte le vergini che vi hanno imitato e che di esse ne siate la gonfaloniera; e che per voi si mantenne vergine il vostro purissimo sposo Giuseppe; e che sareste stata pronta, per conservare la verginità, a rinunziare, col divino beneplacito, anche alla dignità di Madre di Dio.

[inizia la seconda metà del foglio portato al petto]

35.Credo, come fu rivelato a S. Matilde, «che sentivate di voi tanto giudiziosamente che, con tante grazie possedute, non vi metteste al di sopra di nessuno». E come diceste a S. Elisabetta benedettina, tengo per fermo «che vi tenevate di poco valore e non meritevole della grazia di Dio».

36.Credo, o madre mia, giusta voi l’esprimeste a S. Brigida, «che meritaste la maternità di Dio perché pensaste e riteneste che niente avevate e eravate da voi».

37.Credo che per la vostra umiltà celaste a S. Giuseppe la divina Maternità ad onta che il manifestarlo parea necessario. Serviste a S. Elisabetta, e sempre vi eleggeste l’ultimo posto.

38.Credo, secondo diceste a S. Brigida, «essere di sì basso concetto presso voi stessa perché pensaste e riteneste che niente avevate e eravate da voi, e perciò non voleste la vostra gloria ma solo del Donatore e del Creatore».

39.E confesso con S. Bernardino da Siena che non vi sia stata creatura che più si sia umiliata di voi, e che nel mondo non vi è di umiltà neppure un minimo grado a confronto della vostra umiltà.

40.Credo essere stato tanto il fuoco di cui voi ardevate verso Dio, che, posto in quello tutto il cielo e la terra, in un momento si sarebbero consumati; e che al vostro confronto eran aure fresche tutti gli ardori dei serafini.