Medjugorje 25 dicembre 2010

L’inno alla gioia della Regina della Pace.

Cari figli,
oggi io e mio Figlio Gesù desideriamo darvi l’abbondanza della gioia e della pace affinchè ciascuno di voi sia gioioso portatore della pace e della gioia nei luoghi dove vivete.
Figlioli siate benedizione e siate pace.
Grazie per aver risposto alla mia chiamata.

È un bellissimo messaggio quello che la Madonna ci dona in occasione del Natale. Mentre nei messaggi degli ultimi mesi ci aveva rivolto ammonimenti perché non la stavamo seguendo, questo messaggio invece esplode della gratuità della Vergine Maria, come una fontana colma che non può altro che far uscire da sé tutto ciò che contiene.

Sembra che Maria non sia altro in se stessa che gioia, tanto da stravolgere chi si pone dinanzi. Prendiamo l’episodio della visita a sua cugina Elisabetta, che al solo sentire il saluto di Maria fu colmata di Spirito Santo, quel brano di vangelo pare prendere, al solo saluto di Maria, come un’accelerazione, come un grande crescendo, quasi che lo stesso Evangelista nel raccontare l’episodio, sembra essere preso da continui fremiti d’amore, che diventa poema nel dispiegarsi del Magnificat.

Nel momento stesso in cui leggiamo questo messaggio, che è un inno alla gioia e alla pace, ci sentiamo noi stessi ricevere senso in tutto il nostro essere, come persone capite. Già l’apertura, in cui Gesù coinvolge Sua Madre nell’opera di salvezza dell’umanità sperduta, oggi io e mio Figlio Gesù, la Madonna ci ricorda nel giorno del Natale l’evento con cui è iniziato il nuovo modo di operare del Padre, l’Incarnazione.

Quel mio Figlio Gesù è proprio riportare alla memoria che il Figlio di Dio è nato da questa donna e che questa stessa donna da trenta anni è in mezzo a noi, come lo era duemila anni fa, quella donna che leggiamo nei vangeli è ora con noi, con questa generazione.

La stessa Incarnazione non è un evento fermo nel passato, ma continua oggi nella Chiesa che ne è il Corpo, come? Pensavo il giorno del Natale a quelle volte che un solo versetto della Bibbia mi ha illuminato in una scelta difficile, oppure quando un sacerdote con una parola, anche in confessione, mi ha concesso di nuovo la serenità che avevo perso, o anche quando degli incontri “casuali” o delle parole rivoltemi, mi hanno fatto intuire che in quel momento Gesù mi stava parlando.

Ecco, l’abbondanza della gioia e della pace, è ricordare che con l’Incarnazione e la nascita di Gesù, Dio si è legato per sempre all’uomo e cammina con lui, e dobbiamo fare attenzione a, come disse la Madonna alcuni anni fa: io vi mando tanti segni ma voi non ci fate caso. Cerchiamo di cogliere il Dio Incarnato nelle nostre giornate, quando ci sta parlando nei vari eventi e allora anche nelle contrarietà, capiremo che Gesù è presente.

Questo inno alla gioia della Vergine Maria, teniamolo ben presente, per essere gioiosi portatori della pace e della gioia nei luoghi dove vivete e lo saremo quasi senza dover dire nulla, sarà la nostra stessa persona a trasmetterlo. E la gioia sarà, come le buone piante che portano buon frutto, di conseguenza anche benedizione e pace.