Medjugorje, 25 giugno 2014

Una paricolare grazia dell’Altissimo

Cari figli!
L’Altissimo mi dona la grazia di poter essere ancora con voi e di guidarvi nella preghiera verso la via della pace. Il vostro cuore e la vostra anima hanno sete di pace e d’amore, di Dio e della sua gioia. Perciò, figlioli, pregate, pregate, pregate e nella preghiera scoprirete la sapienza del vivere. Io vi benedico e intercedo per ciascuno di voi davanti a mio Figlio Gesù. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.

In questo messaggio svetta l’opera di Maria quale mediatrice tra l’Altissimo e l’uomo. Sembra quasi che per l’anniversario la Madonna ci tenga a ricordare che il senso delle apparizioni è da riportare a Dio che guarda l’uomo, Dio non si è stancato della sua creatura. La Madonna appare da 33 anni perché Dio così ha deciso. Così in questa ricorrenza, dall’alto ci giunge un messaggio verticale, profondo, nel quale l’Altissimo comunica alla sua creatura, mediante l’opera di Maria, che Egli si cura di noi.

Ma l’opera di Maria non si limita a una presenza passiva, cioè semplicemente essere ancora con noi, no, Ella ha avuto da Dio anche un compito attivo: guidare nella preghiera. Così Lei non solo cammina con noi, ma si pone davanti e trascina gli uomini. Verso dove? Verso la via della pace. Ma cosa intende per “via della pace”?

La risposta, o precisazione, arriva dal continuo del messaggio. Ella sa che il nostro cuore, cioè i sentimenti, e la nostra anima, cioè tutto ciò che distingue l’uomo dall’animale, ovvero non più solo i sentimenti, ma anche il nostro intelletto, la volontà, la fantasia, quindi l’uomo completo, desidera pace, amore, Dio e l’amicizia con Dio, ovvero la sua gioia.

Cosa sono in pratica questi desideri? La pace è finalmente non avere preoccupazioni, potersi alzare al mattino senza i pensieri cupi per le ferite ricevute e andare la sera a letto con la coscienza di aver fatto il proprio dovere. L’amore è non solo non avere preoccupazioni, ma è un passo in avanti, cioè ricevere anche affetto, attenzione da parte di qualcuno. Poi la sete di Dio, ed è un altro passo in avanti, cioè ci si stacca ora dal mondo degli affetti terreni, immanenti, per spostarsi in quelli puramente spirituali: Dio. In noi è stato posto il “soffio di Dio”, c’è quindi una ricerca insita in ogni uomo, ricerca di ciò che esula dal mondo terreno per quello da dove siamo provenuti e che vi faremo ritorno, il cuore di Dio, della Santissima Trinità. Infine sete della gioia di Dio, è la caratteristica del cristianesimo, non un Dio totalmente Altro, distaccato completamente dall’uomo, come le religioni musulmane ed ebraica, ma un Dio che gioisce, un Dio vivo, un Dio appassionato.