Maria Corredentrice

Ci sono state anche comunità religiose approvate che si dedicano a Maria come corredentrice. Si può menzionare la Congregazione Figlie Maria SS. Corredentrice, fondata a Catania, in Italia nel 1953 e approvata nel 1964; la Pia Associazione di Maria SS. Corredentrice, approvata dall’Arcivescovo di Reggio Calabria, nel 1984; l’Hijas de Maria Immaculada y Corredentora (Lima, Perù), fondata nel 1978 e approvata nel 1980; l’Instituto de Misioneras de Maria Corredentora (Ecuador), fondato nel 1964 e approvato nel 1969; e la Associación de Fieles al Servicio de María Corredentora e Reina de la Paz (Venezuela), fondata e approvata nel 1992 dall’arcivescovo di Barquisimeto, Venezuela. Va anche notato che il seminario della Società di San Pio X (SSPX( situato a Moreno, Buenos Aires, Argentina si chiama Seminario Nuestra Señora Corredentora (Seminario di Nostra Signora Corredentrice). Come è noto, Papa Francesco ha sempre mantenuto un rapporto cordiale con la Società di San Pio X nella sua nativa Argentina, e si impegna a integrare ufficialmente la Compagnia nella vita della Chiesa cattolica. Per quanto ne sappia, non ha mai obiettato al nome di questo seminario SSPX.

Alcune persone rifiutano il titolo di «corredentrice» perché credono che suggerisca l’uguaglianza tra Gesù e Maria nell’opera di redenzione. Nulla, tuttavia, potrebbe essere più lontano dalla verità. Gesù non viene mai definito come il «Corredentore» con Maria, ma solo come «il Redentore». Il prefisso «co» deriva dal latino, cum (con) e, in questo contesto, non suggerisce equivalenza. I genitori sono chiamati «co-creatori» con Dio, ma la loro collaborazione nel far nascere una nuova vita non li rende «creatori» uguali a Dio. Allo stesso modo, San Paolo afferma che siamo «collaboratori» di Dio in 1 Cor 3: 9, ma ciò non significa che il nostro lavoro sia comunque equivalente a quello di Dio.

Alcune persone credono anche che Papa Francesco abbia respinto il titolo mariano di corredentrice come follia nella sua omelia del 12 dicembre 2019. Questo, tuttavia, non era il caso. Nel testo dell’omelia, il riferimento alla follia arriva a sei paragrafi dopo il riferimento alla «corredentrice». Il Santo Padre dice: «Quando vengono da noi con storie su come dichiarare questo, o fare questo o quell’altro dogma, non perdiamoci nella follia. Maria è donna, lei è la Madonna, Maria è la Madre di suo Figlio e della Santa Madre Chiesa Gerarchica…» («​​​​​​Cuando nos vengan con historias de que había que declararla esto, o hacer este otro dogma o esto, no nos perdamos en tonteras: María es mujer, es Nuestra Señora, María es Madre de su Hijo y de la Santa Madre Iglesia jerárquica…). Papa Francesco desidera avvertirci di non perderci nella follia essendo così preoccupati per i nuovi dogmi mariani che dimentichiamo ciò che è essenziale in Maria come donna, madre e Madre della Chiesa. Papa Francesco vuole accentuare Maria come nostra Madre e Madre della Chiesa. Ciò è dimostrato dal libro intitolato «È mia madre (incontri con Maria)», basato su alcune interviste del Santo Padre di p. Alexandre Awi Mello, ora segretario del Dicastero per i laici, la famiglia e la vita.

Sebbene il Santo Padre abbia attualmente una certa posizione sui nuovi dogmi mariani, non c’è nulla che possa impedire un ulteriore sviluppo del suo atteggiamento. Questo era chiaramente il caso della sua posizione sulle apparizioni di Medjugorje. Dal suo precedente atteggiamento un po’ negativo, Papa Francesco ha recentemente deciso di concedere un permesso senza precedenti per i pellegrinaggi ufficiali a Medjugorje, anche prima che sia stata determinata la parola finale sull’autenticità delle apparizioni.