Medjugorje 25 luglio 2010

Cari figli,
vi invito di nuovo a seguirmi con gioia.
Desidero guidarvi tutti a mio Figlio e vostro Salvatore.
Non siete coscienti che senza di Lui non avete gioia e pace e neanche futuro e vita eterna.
Perciò figlioli, approfittate di questo tempo di preghiera gioiosa e abbandono.
Grazie per aver risposto alla mia chiamata.

Ciò che sorprende maggiormente nei messaggi della Regina della Pace, ed è anche l’esperienza che si fa nell’andare in pellegrinaggio nella terra dove Lei appare da ventinove anni, è quella di sentirsi capiti, di aver trovato finalmente qualcuno che ti dice ciò che conta per la tua vita. Spesso con le persone con cui ci incontriamo, si fanno discorsi su tutto, ma poi ciò che conta veramente per noi, rimane sempre lì, sepolto nel nostro cuore, perché non si riesce a trovare qualcuno cui consegnare ciò di cui vorremmo liberarci.

I messaggi della Madre di Dio, che possono apparire ripetitivi a una prima lettura, riflettono invece le catechesi che hanno fatto i santi nella storia della Chiesa, dove la loro predicazione andava direttamente al punto: portare a un cambiamento di vita chi ascolta.

Così si comporta la Madonna, come in questo messaggio, nel quale ci invita a porci la domanda: perché sento che c’è qualcosa che manca nella mia vita?

Ed ecco che lei, in poche frasi, riepiloga il senso della nostra vita e del cristianesimo: se cerchi la gioia, se vuoi dare finalmente una direzione alla tua vita, punta su quello che lei chiama Mio Figlio.

La Madonna, quando deve parlare di Gesù, di Dio, non ha imbarazzo nel dire Mio Figlio. Con questo ci vuole far intendere che con Gesù si può osare, non bisogna fermarsi in punta di piedi all’ingresso dell’abitazione, ma con questa familiarità, letteralmente ci spinge ad avvicinarci a Dio, a suo Figlio.

Ecco perché dice di seguirmi con gioia, è lei che aiuta nel far quello che noi non osiamo, quello di avvicinarci a Gesù che è suo Figlio e vostro Salvatore.

Ti chiederai, come faccio a rispondere all’invito di seguirmi con gioia; per andare dietro qualcuno lo devo vedere, ascoltare, come faccio allora a seguire la Madre di Dio?

Gesù nei Vangeli ci dice che per entrare nel Regno dei cieli bisogna essere come bambini; i fanciulli hanno la caratteristica di fidarsi della loro madre, quello che lei dice loro lo fanno, non si pongono tante domande, lo fanno e basta. Quando cresciamo invece, ciò che non capiamo, non lo facciamo: la Madonna in tutte le apparizioni, particolarmente in quelle moderne, da Lourdes a Fatima fino a Medjugorje, chiede in modo speciale una cosa, la preghiera del Rosario. Ma è un mezzo talmente semplice che la nostra ragione rifiuta di capire e così viene tralasciato. Se la Madre di Dio lo chiede con insistenza, ci sarà invece una ragione? Si fa fatica a trovare un santo che non abbia pregato il Rosario, per quale motivo?

La preghiera, chiesta da lei con tanta insistenza, porta a Gesù e lì si hanno le risposte, non siete coscienti che senza di lui non avete gioia e pace; ecco l’affermazione della nostra mancanza di ragione, non siete coscienti, cioè non capite che con Gesù c’è gioia, pace; la pace è lo sguardo interno rivolto a Gesù, quando è presente nei miei pensieri, quando nell’agire dei miei giorni mi chiedo se gli faccio cosa gradita. La gioia invece, che deriva dalla pace, è quella forza che esplode dalla nostra persona, che è contagiosa, che rende gioioso anche chi ti avvicina.

E poi aggiunge, senza di Lui non avete neanche futuro e vita eterna. Non c’è futuro quindi nella vita presente: la nostra vita senza Gesù è piatta, ripetitiva, è un futuro tutto materialistico, dove alla prima sofferenza, tutto quello che è stato fatto fino a quel momento, non conta più, tutto dimenticato perché la sofferenza presente improvvisamente avvolge la tua vita; e non c’è vita eterna, e questa è una disgrazia unica, la vita è un’occasione irripetibile, non ci sarà una volta finita, un'altra possibilità.

E allora ecco che la Madre ci ricorda di queste sue apparizioni: approfittate di questo tempo di preghiera gioiosa e abbandono. Questo tempo, è quello delle più lunghe apparizioni della storia, Sant’Agostino diceva: “Temo il Signore che passa”, cioè ho paura che il Signore passi ed io non ne abbia approfittato.