Visite al Santuario

  • 600 GIOVANI DI AZIONE CATTOLICA. Venerdì santo, 25 marzo, guidati dal Vescovo Mons. Lambiasi, dalla Presidente dell’A.C. Ambrogiani Mirna, dall’assistente diocesano D. Daniele Giunchi e Direttore dell’Ufficio di pastorale giovanile, unitamente ai giovani sacerdoti impegnati nella pastorale giovanile hanno iniziato con 600 giovani la Via Crucis, commentata dal Vescovo, al cimitero di Santarcangelo e per Via Emilia e S. Vito l’hanno conclusa al nostro santuario. All’invitante Parco si sono riposati. Il pranzo è stato presto consumato perché a pane e acqua. Alle ore 15 hanno celebrato la Passione di Cristo processionalmente in silenzio e in fila indiana hanno attraversato la PORTA SANTA. (FT)
  • 150 SUORE E RELIGIOSI. Il 19 marzo solennità di San Giuseppe le suore e i religiosi di tutte le famiglie religiose prresenti in diocesi hanno celebrato il Giubileo della Vita Consacrata al Santuario di Casale-Beato Pio. Alle ore 8,45 sono arrivati i due vescovi, S.E.Mons. Francesco Lambiasi di Rimini e S.E.Mons. Domenico  Cancian di Città di Castello, due pulmann di Suore e altre auto con religiosi. Tutti riuniti nell’ampio piazzale hanno cominciato il pellegrinaggio meditando i misteri dolorosi commentati da Vescovo Lambiasi. L’ingresso alla Porta Santa è stato vissuto con devoto silenzio. Il Vescovo Lambiasi ha salutato tutti per la celebrazione a Saludecio del Giubileo di Comunione e Liberazione. Nel Santuario di Casale Mons. Cancian ha svolto la meditazione su: La Misericordia nella vita consacrata. E’ seguita l’adorazione con le confessioni. Alle ore 12 è iniziata la Concelebrazione presieduta da Mons. Cancian con l’omelia sulla Misericordia. Alle ore 13 l’agape fraterna nella  cripta del santuario. Abbiamo condiviso pane e companatico in una schietta e profonda gioia. La giornata è stata gradevolmente assolata e vissuta con soddisfazione da tutti lasciando il desiderio di rirovarsi ancora. (FT)

L’EVENTO DEL GIUBILEO

Nella sacra scrittura, e quindi nella tradizione ebraica, il Giubileo era l’evento desiderato e atteso. Con un cerimoniale semplice e fortemente significativo il popolo era avvisato ogni 50 anni col suono dello jobél, ottenuto dal corno d’ariete, a un anno di riposo della terra con lo scopo pratico di rendere più forti le successive coltivazioni, la restituzione delle terre confiscate e la liberazione degli schiavi, questo affinché non ci fossero il troppo ricco e il troppo povero.

Giubileo deriva da jobél e il suo significato esprime un tempo speciale di presenza di Dio arricchito da una grazia particolare. Il Giubileo lo chiamiamo anche Anno Santo. E’ interessante seguire la storia del Giubileo o dell’Anno Santo nella Chiesa, cosa che si può fare comodamente su internet.

Papa Francesco ha indetto un Giubileo/Anno Santo Straordinario sulla Misericordia dall’8 dicembre 2015 al 20 novembre 2016.

Il nostro Santuario della Madonna della Visitazione e del Beato Pio Campidelli è stato dichiarato dal nostro Vescovo di Rimini Sua Eccellenza Monsignor Francesco Lambiasi Santuario Giubilare. Di colpo il nostro Santuario diventa importante come S. Pietro, come la Cattedrale di Rimini. Questo vuol dire che per lucrare la grazia del Giubileo non occorre andare a Roma oppure a Rimini per passare alla Porta Santa, ma basta frequentare il Santuario della Madonna di Casale che ha egualmente la nostra Porta Santa e celebrare il Giubileo. Tanta gente potrà venire più facilmente al santuario che andare a Roma. Questo lo ha voluto il Papa per rendere più facile e alla portata di tutti l’acquisto del Giubileo.

La Comunità dei Passionisti ha esposto un grandissimo manifesto a lato della chiesa per indicare cosa si deve fare per acquistare il Giubileo.

La Porta Santa è stata aperta con una solenne celebrazione presieduta dal Vicario Generalee della diocesi, Mons. Luigi Ricci il 20 dicembre 2015 alle ore 18, presente la Comunità religiosa e il parroco di S. Vito Don Giuseppe Celli. La folla riempiva letteralmente la piazza e dopo il pellegrinaggio e il passaggio della Porta Santa ha occupato letteralmente il Santuario.

Il servizio fotografico, realizzato dai signori Giuseppe Garattoni e Gilberto Vincenzi ci fà rivivere la celebrazione.

Fernando Taccone, passionista

Vittoria della Misericordia

Quest’anno la Pasqua si colora di sfumature infinite. E’ la Pasqua del Giubileo straordinario della Misericordia. Papa Francesco ha immesso una corrente nuova di elettricità nella Chiesa e nella Società. L’elettricità garantisce la luce e il mondo ha bisogno di luce. Ne vediamo troppe e tutti i giorni di cose oscure e nere, quantomeno offuscate. Invocare un punto luminoso su cui dirigersi, apre alla speranza più cercata e desiderata.

Le centrali elettriche non sono sufficienti a dare questo segnale, occorre una luce speciale che viene dall’Alto.

La Domenica di Pasqua il sepolcro di Cristo, nella tomba nuova di Giuseppe di Arimatea scavato nella pietra, si apre mentre una luce divina abbaglia i soldati che erano stati messi a guardia di Gesù morto. La pietra che copriva  la tomba metteva veramente una pietra sopra quanto era accaduto: il dramma della Passione.

La Settimana Santa ci ricorda la disumana sofferenza che si abbatte con cattiveria sopra l’innocente Gesù. Nel Getsemani Gesù lotta prima ancora che cominci la sua passione, ora la deve accettare nella sua vita, come parte fondamentale della sua storia. La sua volontà umana si scontra con quella del Padre: “Allontana da me questo calice”. La sofferenza non è per l’uomo che è creato per la felicità, ma dopo il peccato di origine diventa nostro pane quotidiano da saper masticare e ben digerire chiedendo al Padre di darci la forza per saperlo accettare per purificarci. Gesù prega con la faccia a terra, implora la liberazione, ma poi accetta nella consapevolezza che ogni fiore e ogni frutto nasce da un seme che marcisce, muore e poi è fonte di una vita nuova. Ora Gesù può esclamare: “Sia fatta la tua e non la mia volontà”. La volontà del Padre non è di farci soffrire, ma di aiutarci a trasformarla in occasione di frutti maturi e di vita incamminata alla trasformazione nella vita eterna.

La risurrezione di Cristo è la luce nelle tenebre del mondo, la luce nelle ignoranze del mondo, la luce nelle molteplici tentazioni del demonio Principe delle tenebre.

Il Beato Pio Campidelli con la sua giovane vita di un ventunenne ha perfino goduto nella sua sofferenza, la tubercolosi, ed ha desiderato di unirsi al suo Dio e Salvatore. Guardava il Crocifisso. Lo aveva accomodato lui stesso con le sue mani un crocifisso un pò logoro, e lo regalò alla mamma che lo salutava per l’ultima volta: “Prendilo, mamma, l’ho accomodato io, mi ha dato tanta forza, ne darà anche a te quando mi pensi che non ci sarò più in terra con te. Ci rivedremo in Paradiso.” Si abbracciarono per l’ultima volta.

La luce della Pasqua ha illuminato la vita di Pio, come vuole illuminare ognuno di noi. Lasciamoci illuminare.

Dal santuario della Madonna di Casale e del Beato Pio Campidelli l’augurio più bello di una vita luminosa piena di tanta misericordia degli uni verso gli altri.

Buona Pasqua!

P. Fernando Taccone, passionista

superiore della comunità